giovedì 8 novembre 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Perchè Gesù ha riservato ben due delle Beatitudini alla Giustizia? E' solo un caso o c'è un motivo?
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. BEATI QUELLI CHE HANNO FAME E SETE DELLA GIUSTIZIA, PERCHE' SARANNO SAZIATI . Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. BEATI I PERSEGUITATI PER CAUSA DELLA GIUSTIZIA, PERCHE' DI ESSI E' IL REGNO DEI CIELI. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
La Giustizia per il Corano e per l'Islam.
La Giustizia coranica riconosce ed attribuisce all'individuo molti diritti. I seguenti sono alcuni di quelli che l'Islam protegge. Veramente il tuo sangue, la tua proprietà e il tuo onore sono inviolabili. O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Dio, il più nobile di voi è colui che più Lo teme.2 In verità Dio è sapiente, ben informato. (Corano, 49:13) {O genti! Il vostro Dio è uno e il vostro antenato (Adamo) è uno. Un arabo non è migliore di un non arabo e un non arabo non è migliore di un arabo e una persona dalla pelle scura non è migliore di una persona di colore e una persona di colore non è migliore di una persona con la pelle scura, tranne nella devozione.- Profeta Mohammed} Dio vi ordina di restituire i depositi ai loro proprietari e di giudicare con equità quando giudicate tra gli uomini.... (Corano, 4:58) ...E agite giustamente. Dio ama coloro che giudicano con equità. (Corano, 49:9) ...Non vi spinga all'iniquità l'odio per un certo popolo. Siate equi: L'equità è consona alla devozione.... (Corano, 5:8) Il profeta Mohammed disse: {Popolo, attento all'ingiustizia, per l'ingiustizia potrebbe essere nell'oscurità il giorno del giudizio} Nel giorno del giudizio, i diritti saranno dati a coloro i quali sono dovuti (e i torti saranno riparati)...} Nel Corano, poi, è scritto che: "Dio applica prima la misericordia e poi la giustizia".
Dovunque regna la Giustizia, non regna chi ne abusa, la elude o la vilipende.
Se certi fatti accadono, oggi come nel passato, è perchè anche nei vari ambienti della giustizia ci sono più ipocriti, che onesti, più detrattori, che uomini giusti, al di là dei proclami e di ciò che amano dire o far credere. Nella Giustizia, come in ogni altro ambito umano, ciò che conta alla fine sono solo i fatti, poichè sono le azioni concrete che ci danno la tangibilità degli ideali o dei valori in cui ognuno crede davvero, al di là delle cose che tanti amano professare o far reputare di sè.
Lapidarietà, enfaticità e vanità della dichiarazione d'intenti o di principio """
""" che da qualche tempo ... compeggia nelle aule di giustizia italiane. L'idea è sorta dopo i vari e noti fatti di malagiustizia che hanno compromesso notevolmente la fiducia e la considerazione dei cittadini nei confronti della magistratura. Il mezzo prescelto, però, si rivela inidoneo allo scopo che si voleva perseguire. L'unico richiamo al popolo nei fatti di giustizia è quello che ne fa la legge processuale, quando impone che tutte le sentenze esordiscano col " In Nome del Popolo Italiano "; ma, per tutto il resto, il Popolo Italiano non ha alcuna incidenza, diretta od indiretta, nelle cose od affari di giustizia. Inoltre, nel nostro Paese, la magistratura non si legittima per elezione popolare, come in altri Paesi, ma i nostri giudici diventano tali per via di un concorso statale e, dunque, essi sono solo dei funzionari dello Stato. Una maggiore cautela si imporrebbe di dovere, quando ci si richiama a quel popolo con cui non si ha nessun legame, né diretto, né mediato, nelle e per le cose che si sono fatte da sè ed in virtù del solo legame funzionale che si ha con lo Stato. E tutto questo, a maggior ragione, quando certi richiami dovrebbero servire a ridare quella credibilità che si è persa per il proprio demerito. Il Popolo Italiano, infine, sa molto bene quali e quanti atrocità, ingiustizie ed orrori si sono perpetrati nel corso della sua Storia, contro di esso e, magari, anche nel suo nome. Il modo migliore, più giusto e più onorevole per dire ancora " In Nome del Popolo Italiano " è quello di ricordarsi del Popolo Italiano quando si è nelle Camere di Consiglio e di evitare certe vergogne che spesso ne escono. Altrimenti varrà, ed a ben dire, quel monito del Popolo Italiano, secondo cui: La stima appassita non è mai più rinverdita. Se ne ricordino quei tanti suoi figli ingrati, che sono "entrati" a far parte della magistratura, ma che si atteggiano come se partoriti dal Cielo ..., in ciò e con ciò denotando tutta la loro "umiltà", che è sempre la prima prova della vera Grandezza, e, dunque, anche della loro.
Il senso che abbiamo della giustizia denota il grado della nostra civiltà.
Circa 25 secoli fa, colui che pensò la democrazia, di cui tanti dopo di lui e, non da meno, nel tempo a noi prossimo, hanno un gran dire, precisò che il livello di civiltà di un popolo si misura dal grado di indignazione che ogni cittadino avrà di fronte all'ingiustizia patita dagli altri. Nel tempo che ci è stato dato di vivere, occorrebbe soggiungervi: nonchè dalle iniziative concrete che ognuno saprà od avrà il coraggio di intraprendere perchè l'ingiustizia sia bandita.
La Verità e la Giustizia sono entrambe molto difficili ad ottenersi per certi Vizi della Giustizia.
Le ragioni di ciò vanno ricercate nel fatto che ... la Vertà vera, come la vera Giustizia, molto spesso, purtroppo, sono osteggiate proprio da coloro che, per dovere o per funzione, sono preposti all'affermazione della prima ed al trionfo della seconda. E questo avviene, stranamente, per motivazioni od interessi del tutto estranei, tanto alla Verità, quanto alla Giustizia. - (A riprova del fatto che questo è uno dei temi che da sempre affliggono la Giustizia degli Uomini, quale migliore immagine se non quella del noto dipinto dedicato alla Allegoria della Verità, della Giustizia e dei suoi Vizi [ossia La Giustizia Farnese]. Commissionato dal cardinal Alessandro Farnese il 6 gennaio 1543, per decorare la prima sala del palazzo romano della Cancelleria - come sembrano confermare il soggetto, il formato e la tecnica del dipinto - fu eseguito da Vasari, probabilmente su ideazione di Paolo Giovio, che aveva introdotto l'artista aretino presso la cerchia dei Farnese. L'Allegoria, raffigurante la Giustizia che abbraccia uno struzzo con le Dodici Tavole e che tiene incatenati alla sua cintura i sette vizi a lei contrari, si ispira alla versione che Valeriano, della cui cerchia faceva parte anche Vasari, diede degli Hieroglyphica dello scrittore tardo-antico Horapollo. Evidenti, soprattutto, per i simboli e gli attributi della Giustizia, sono anche i riferimenti di Vasari alle precedenti raffigurazioni del tema negli affreschi della Sala di Costantino in Vaticano e nella tomba di Adriano VII in Santa Maria dell'Anima).
I ritratti di Falcone e Borsellino, dopo le stragi del 1992, corredano le stanze di molti Uffici...
... e tante piazze o strade d'Italia sono state intitolate ai loro nomi; così pure è stato per svariate aule di giustizia. Il miglior modo per rendere onore alla loro memoria e per non vanificare il sacrificio delle loro vite, come della vita di chiunque li ha preceduti o li ha seguiti nell'identico loro destino, però, è quello di opporsi con fermezza a tutto ciò che ha lo stesso odore o lo stesso sapore dei sodalizi criminosi per lottare i quali quegli Straordinari Giudici hanno dato la vita. Ma non meno onorevole sarà lo sforzo di chiunque si impegni seriamente nel proprio ambito, ad essere, oltre che onesto, più di tutto giusto. Diversamente, il loro ricordo, bellissimo e struggente nella stessa misura, raffigurativo, toponomastico o lapideo che sia, diviene qualcosa di sterile o di ostentativo. Come sarebbe l'azione di chi esibisse qualcosa che vale moltissimo, ma che colui che la esibisce o la ostenta non ha la dignità e, dunque, non ha né il diritto, né la mera facoltà, di esibire, di portare o di tenere con sè e, tanto meno, di credere di essere ritenuto come assimilabile od eguale ad essa, laddove con essa non ha nulla in comune.
"La legge si interpreta per gli amici e si applica ai nemici."
Da Giolitti in poi (e chissà da quando, prima di lui) questo è stato uno dei segreti principi ispiratori cardine del nostro sistema giustizia. Da esso, oltre che dalla grossolanità di chi è preposto a rendere giustizia, derivano i tanti drammi giudiziari che affliggono il nostro Paese. L'irriflessività e l'incapacità di discernere una sciocchezza, che è, al tempo stesso, anche una inqualificabile ed ingiustificata cattiveria, da una verità rivelata, ma, anzi, il confonderla con questa, denota solo le non qualità di chi deve giudicare un proprio simile per un'azione commessa. Il risultato finale gli fa onore in pari misura a ciò che consegue alla sua opera in termini di giustezza e di giustizia che possono scaturire dalla applicazione di prinicipi errati ed immorali. Alla medesima maniera di come farebbe "onore" ad un medico somministrare un micidiale veleno, vestito da buona medicina, ad un suo nemico ed una buona panacea, sebbene non necessaria, ad un suo amico, con l'aria di chi ha fatto il suo dovere in entrambi i casi.
Il caso Pacciani ... la Giustizia dovrebbe ricordarsene più spesso; per evitare analoghi errori.
Un buona massima di saggezza e, non da meno, di vita, insegna che chiunque si dimentica della storia è costretto a ripeterla ...
Ognuno è quello che fa; ma non a tutti è dato di fare ogni cosa ed avere gli stessi risultati.
Non è la funzione a fare l'uomo, infatti, ma l'uomo, così com'è, nella sua essenza e col suo bagaglio, formativo ed interiore, a fare buona o non buona la propria funzione, quale che essa sia. Desumerne la sussistenza di qualità solo dalla o per la funzione esercitata è un grave errore logico, poichè non tutti sono adatti alla funzione che svolgono nei vari ambiti istituzionali cui sono rispettivamente assegnati. Solo il concreto esercizio di un ruolo ed i risultati che ne conseguono potranno denotare il merito o le qualità di un uomo e la sua adeguatezza rispetto alla funzione esercitata.
Le visite al Blog.
I fiori del male o i fiori dal male? Dipenderà solo da noi ... ciò che ne sarà alla fine.
I giudizi bisogna darli sempre dopo, mai prima..., magari senza sapere o conoscendo poco e male le cose, i fatti o coloro che si giudicano. Diversamente si scade nel pregiudizio o nell'ingiustizia, che producono entrambi mali identici, sebbene per vie diverse.
Nessun commento:
Posta un commento